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Agenzia Casa e il Villaggio della Solidarietà

Dal 2006 abbiamo capito che la casa, diritto fondamentale per ogni uomo, era un problema sempre crescente nella nostra comunità. Dal 2006 abbiamo pensato a come affrontare questa situazione e abbiamo costruito il Villaggio della solidarietà e messo in piedi l’agenzia casa, un servizio che è a disposizione dei comuni ma anche delle comunità della Versilia per ricercare abitazioni a costi calmierati e con la garanzia per i proprietari.

Si è aperta una rete di collaborazioni anche con agenzie immobiliari ma soprattutto con i proprietari di case e oggi i numeri raccontano importanti risultati.

Nei vari servizi che la nostra Misericordia ha predisposto negli anni, gli operatori si trovano frequentemente a contatto con storie e vissuti ricchi di sofferenza, spesso caratterizzati da marginalità e degrado.
Le varie sfaccettature del disagio, che possono andare da situazioni di frustrazioni di bisogni primari materiali, a frustrazioni di bisogni definiti post materiali (solitudine, isolamento, emarginazione), si intrecciano e si fondono tratteggiando situazioni differenti, sempre uniche e irripetibili.
Con il servizio Agenzia Casa in particolare, ci si trova quotidianamente di fronte a casi di emergenza abitativa che sono densi di aspetti sociali e psicologici, difficilmente le situazioni prese in carico sono meramente economiche. L’emergenza abitativa si configura infatti, spesso, come l’esito finale o, se vogliamo, il sintomo, di uno stato di disagio che si colloca proprio fra la dimensione sociale e quella psicologica dei soggetti interessati.
Come operatori di Agenzia Casa, intercettiamo problemi altamente complessi e multiformi, per i quali è spesso necessario porsi nei confronti dell’altro come dei ponti per favorire l’incontro fra bisogni e servizi, fra la persona e il mercato immobiliare o del lavoro e più spesso fra marginalità e comunità stimolando accoglienza e integrazione.
Non meno importante è il lavoro con la persona per andare a scoprire quelle che sono le potenzialità, cercando di attivare processi di autostima e di potenziamento delle capacità e delle attitudini che saranno poi i cardini su cui fondare nuovi percorsi di autonomia e autodeterminazione.

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Viviamo in una società dove l’individualismo domina a scapito del lavoro di squadra, dove “le colpe sono sempre di qualcun altro” e non è contemplata l’assunzione di responsabilità. In questo quadro porsi come meta il lavorare in rete è indubbiamente coraggioso bensì costituisce anche l’unico approccio veramente possibile.Una riflessione critica che ci preme lasciare come operatori e che nasce da quel gusto amaro che resta alla fine di alcune giornate frenetiche, è la consapevolezza che spesso non si riesce ad intercettare la vera emergenza, il vero bisogno, perché siamo impegnati a gestire la cronicità di certe situazioni cresciute e maturate nell’assistenzialismo.
Ad oggi, il servizio di Agenzia Casa opera su più comuni della Versilia (Camaiore, Massarosa, Seravezza) e gestisce 35 immobili, i quali ospitano circa 100 persone. Sul territorio di Camaiore il Villaggio della Solidarietà garantisce - in questo momento - la stabilità abitativa a circa 30 persone. Al momento siamo in trattativa con 6 proprietari per il reperimento di nuove soluzioni abitative, segno della continua necessità di risposte ai bisogni del territorio e continua progettualità coi servizi.
Abbiamo pensato di concludere la nostra testimonianza proponendo la memoria di un operatore di Agenzia Casa, scritta in un momento difficile. Il suo pensiero, offre la misura di quanto questo lavoro sia difficile e complesso ma, allo stesso tempo, ricco di umanità e stimoli.

Il servizio di Agenzia Casa/Villaggio della Solidarietà è attivo in Misericordia dal 2006, ed ha come finalità il reperimento di un alloggio a quelle persone che, per svariati motivi, hanno difficoltà a trovare un’abitazione che consenta loro di poter vivere in tranquillità.

La casa è quel luogo che, nell’immaginario collettivo, evoca calore, protezione, famiglia. 

L’assenza di questo pilastro rappresenta una vera mancanza di stabilità che pregiudica spesso la relazione con gli altri e con il mondo. Ciò innesca frequentemente un circuito vizioso di degrado. La complessità della sfida del nostro servizio è proprio questa; porre le condizioni in modo che da un circuito vizioso si passi a circuito virtuoso puntando alla fuoriuscita dal problema e mettendo al centro della progettualità la persona.

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“Il lavoro che svolgo è bello e appassionante e nonostante il passare degli anni e le miriadi di difficoltà ci trovo sempre spunti belli e interessanti che mi tengono viva e dai quali imparo sempre tante cose.
Soprattutto ho imparato a sbagliare e a riconoscere i miei errori. Ho a che fare con tante persone ed a tante di loro "la Misericordia" ha dato più di un’opportunità, senza giudicare, senza pregiudizi, cercando di dare dei tempi congrui e spazi adeguati senza distinzione di razza, sesso, religione. Sempre disposti ad ascoltare e riprendere in carico dopo le esperienze fallite, senza dire “te lo avevo detto” ma con grande empatia pronti a riprovare... mettendo in atto strategie sempre nuove a volte completamente fallimentari, a volte vincenti, e questo a tutti i livelli.
Abbiamo lavorato con rom, tunisini, marocchini, sinti, americani, inglesi, eritrei, equadoregni, croati, moldavi, albanesi, italiani…E di ognuno di loro ricordo volti, storie, drammi che mi accompagnano in questo viaggio della disperazione. Non sono mancati ex carcerati, psichiatrici, doppia diagnosi, donne maltrattate, figli maltrattati, tossici, disabili, anziani soli, famiglie fallite, uomini soli, persone colluse con la malavita.A tutti abbiamo cercato di dare ascolto e quando è stato possibile aiuto. Alcuni finti disperati, altri veri disperati. 

Qualcuno purtroppo non c’è più per libera scelta perché stanco di combattere contro se stesso e il mondo, altri se ne sono andati e basta... ogni volta una ferita, un piccolo pezzettino che si aggiunge ad un puzzle infinito di cui non riesco a vedere la fine.
Da Massarosa a Seravezza passando per Viareggio e Camaiore abbiamo avuto a che fare con tanti proprietari di case che spontaneamente ci hanno affidato la loro casa, spesso case di famiglia costruite con tanti sacrifici.
Proprietari che a loro volta avevano e hanno una storia di sofferenza, di disperazione. Case di famiglie interamente dilaniate al loro interno da lotte furibonde, o unica fonte di reddito in quel momento.

Siamo più o meno riusciti a gestire tutte queste cose messe insieme talvolta discutendo fra noi e litigando se necessario ma con un unico ideale in testa: accogliere e aiutare ... a volte sbuffando, lamentandosi altre ridendo e brindando. Siamo stati anche “cattivi” ma ben sappiamo che “il medico pietoso fa la piaga puzzolente”. Abbiamo sempre lavorato e condiviso ogni tipo di scelta anche la più drastica ben consapevoli che non si può salvare il mondo se il mondo non si vuol salvare perché diritti e doveri vanno a braccetto.

Tutto questo ha richiesto e richiede tempo, energie...qui non si va a casa e non si pensa al lavoro, anzi molto spesso si continua a lavorare con testa e cuore anche quando facciamo ritorno alle nostre famiglie. Di notte ci svegliamo per controllare il telefono. Ci siamo presi e ci stiamo prendendo responsabilità grandissime!
Al di là del credo che ognuno di noi ha, esiste una giustizia sociale che ci consente di vivere gli uni accanto agli altri con rispetto reciproco. Quello che vale per uno vale per tutti. Se si collabora si ottiene il doppio dei risultati. Se un mio collega è in difficoltà lo aiuto, se necessario mi fermo e non sento stanchezza.
Se un mio assistito ha bisogno corro e mi trattengo fino all’infinito - esponendomi se necessario - anche prendendo decisioni che sono in contrasto con lui. Ma se un mio assistito distrugge una casa intervengo duramente... non esiste il pretendere senza dare niente in cambio. Non esiste per qualsiasi cittadino al di là del suo credo o della sua razza. Diritti e doveri!
Concludendo, dopo 12 anni di lavoro, dopo innumerevoli ore, dopo infiniti colloqui, dopo numerose accoglienze credo di poter dire che giustizia sociale, collaborazione ed empatia siano le armi vincenti per questo tipo di lavoro.

Se non le si hanno si deve cambiare lavoro.

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